Origami
Ora vi racconto una storia: quella di Sadako Sasaki
Sadako Sasaki è una giovane bambina giapponese, piccoli occhi scuri, capelli neri a caschetto e tanta voglia di correre. Ha solo 11 anni quando una grave forma di leucemia la colpisce, costringendola poco dopo a condurre una vita ospedaliera. Ed è proprio qui che viene a conoscenza, tramite la sua migliore amica Chizuko, dell'antica leggenda che potrebbe salvarla. Si narra che chiunque fosse riuscito a creare mille gru di carta, con la tecnica dell'origami, avrebbe potuto esprimere un desiderio. La gru in Giappone rappresenta la "lunga vita" e Sadako sperava di averla, di guarire e tornare a correre più veloce del vento, ma nel cassetto dei desideri nascondeva anche la speranza della pace nel mondo. Odiava la guerra perché indirettamente le aveva scatenato la malattia a causa delle radiazioni rilasciate dalla bomba atomica di Hiroshima, 10 anni prima.Cominciò così la sua missione: per 14 mesi costruì gru con qualsiasi pezzo di carta disponibile, dal tovagliolo alle confezioni dei medicinali. Riuscì a realizzarne”solo” 644 perché la mattina del 25 ottobre 1955 Sadako si spense. Amici e compagni di classe completarono l'opera, creando le restanti 356 gru, con le quali la bambina venne sepolta. Le dedicarono una bellissima statua rappresentante una ragazza con i palmi rivolti verso l'alto dai quali spicca il volo una gru di carta.
È anche grazie a questa storia, letta in un libro anni fa, se mi sono avvicinata al mondo degli origami. La trovo una pratica affascinante, la precisione delle linee, le pieghe l'una dopo l'altra, una piccola opera d'arte in miniatura creata da un semplice foglio di carta. Al contrario degli shintoisti io ci ritrovo la celebrazione e la bellezza della vita, in tutte le sue sfaccettature.
La vita è fatta di azioni e conseguenze, come gli origami, piccoli passaggi, piccole pieghe, segni che restano e non si cancellano, raccontano una storia, a volte più stropicciata, altre linda e pulita... un pezzo di carta fatto di spazi vuoti, spazi nascosti e spazi troppo stretti, con linee perfette e linee da rifare.
Qui da Clu un piccolo progetto è appena stato avviato... alla fine della vostra esperienza vi verrà lasciata sul tavolo una barchetta "da collezione". Solo gli occhi più attenti si accorgeranno che ognuna di queste avrà un numero e la storia di un piatto del Castello pronta per essere svelata. Un piccolo ricordo da portare con voi e.... fin che la barca va, lasciala andare!
Alessia
Ah, dimenticavo! Se vi dovesse capitare di trovare una ranocchia o una barchetta al bancone di qualche bar, sappiate che i ragazzi di Clu sono passati di lì!