Come sarà la Carta Vini
Adesso vi confesso una cosa ma non ditela ai sommelier: preparare la carta dei vini fa cag*re.
Quando devi pianificare la carta vini cerchi di metterci tutto l’impegno che puoi. Ore di ricerca e passione passate ad articolare produttori e terroir, la memoria che si perde nei ricordi di assaggi di una vita fa. Il giusto vino, il giusto prezzo, qui sono scoperto mentre qui ho tre vini della stessa tipologia... Una tortura infernale passata a incasellare ogni caratteristica in un foglio Excel, nella speranza di tenere pure una contabilità di magazzino ordinata. Peccato che poi vada sempre a finire che alle 03:00 di notte a ristorante chiuso pur di non fare “gli scarichi” vai all’Olympus tra karaoke e balli di gruppo. Non fate i timidi, lo so che ci andate anche voi.
Ricordatevi di non dirlo ai sommelier
Se preparare la carta dei vini fa cag*re, immaginatevi preparare la carta dei vini tra:
«fornitura in ritardo»,
«il ferro non c’è, il legno non si sa»,
«i frigoriferi non arriveranno perché la Cina ha bloccato le esportazioni»,
«è saltata fuori una perdita e dobbiamo rompere il pavimento»,
«siamo usciti un po’ dal budget, se per te è ok, sono solo 30.000€ in più».
Questa volta ho voluto divertirmi per davvero senza dargli troppo peso. Ho deciso di lasciarmi guidare da quello che mi piace bere oggi, in questo momento, senza pensare che sia bilanciata o meno. Perché utilizzare le solite categorie bollicine, bianchi e rossi, divise per provenienza geografica e ordinate per prezzo crescente? Capiamoci, questo è ancora il miglior modo per cercare di rendere chiaro un menu che chiaro non è.
Il giusto accompagnamento per un momento di condivisione
Dopo tutto questo pippone posso raccontarvi che casino ho combinato.
Vini artigianali accomunati dal fatto che me li berrei tutti, anche a canna, ma meglio in uno Zalto "Burgundy". La divisione è in base al mood, perché non sempre ho voglia di bere strutturati e muscoloni: ogni tanto ho voglia di freschezza e facilità, di qualcosa di comfort e conosciuto, altre volte anche di un feticcio, di qualcosa che puzza, sì.
Su questa base ho cercato qualcosa che rendesse più facile interpretare il mood, qualcosa che fosse semplice, perché il vino non deve essere difficile, né deve richiedere concentrazione: deve essere il giusto accompagnamento per un momento di condivisione. Qualcosa di eccitante, che accresca gli istinti, senza essere controllato.
Non me ne vogliano i miei amici, ma le migliori bevute le riconduco sempre alla compagnia di una ragazza. Ci conosciamo, forse non ci piacciamo, ma se ci piacciamo...
Tinder
Non è poi così provocatorio. Conosciamoci, flirtiamo, beviamo qualcosa che ci inviti a non fermarci qui. Dopo un calice della Cuvée Alexandrine di Lefèvre ne vorresti uno croccante come Campi Magri di Corte Sant’Alda. Znestra è un vino da sete, due giorni di macerazione e poi rifermentato in bottiglia, mentre Pan di Ilenia Spagnoli sono 0,75L di piacevolezza.Nudi Nudissimi
È proprio quello che leggi, la sensazione di essere nudi e mostrare se stessi, senza più nulla dietro il quale nascondersi. Il Sibillino di Annesanti è un pecorino come non ne avete mai provati, i Timorasso di Daniele Ricci vanno bevuti tutti o non potete dire di aver bevuto Timorasso. Chourmonon sapete cosa sia, per ora...Enotismo
È passione ed eleganza ma allo stesso tempo intensità. Vini da perderci i sensi, lunghi, mutevoli: da li non ci torni. La Vitovska di Pietra la bevo ieri, oggi e domani. Il Savagnin di Overnoy sarebbe da capriole con le mani in tasca, se non fossimo nudi nudissimi... Un calice di Barla di Case Corini che vorresti non finisse perché non la smette di sussurrare qualcosa.
VM18
Quando è arrivato il momento di osare e lasciarsi andare. Fai attenzione a come ti muovi e lasciati guidare. Quello di In Der Eben è un Gewürztraminer salato, vinificato col raspo, che nulla ha a che fare con i cugini morbidoni. Filet di Piero Carta che roba è?!
Happy ending
Ve lo racconto un'altra volta...La cosa bella è che dopo tutto questo, con un calice di Clò Clò in mano mi direte «Mmh che buono questo prosecco. »
Fare la carta dei vini fa cag*re