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Cluriosi incontri per la nostra carta vini

Cluriosi incontri per la nostra carta vini

Lo scopo di questa gita è stato quello di passare del tempo a scoprire storie di produttori da potervi raccontare…in realtà era un pretesto per assaggiare del buon vino!
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Cluriosi incontri per la nostra carta vini

Lo scopo di questa gita è stato quello di passare del tempo a scoprire storie di produttori da potervi raccontare…in realtà era un pretesto per assaggiare del buon vino!
10 mesi fa
Si parte alla volta della Toscana, terra di Malvasia e Trebbiano, terra di carne saporita e paesaggi da quadro. 
Prevedo due giorni alla scoperta di aziende che possano arricchire la nostra carta vini, e mi dirigo verso tre produttori.

Arrivo quindi in Val d’Arno, in provincia di Arezzo, dove si incrociano le province di Siena e di Firenze: si sente già nell’aria il profumo di genuinità, di spontaneità. 


L'azienda si chiama Podere Luisa, è una piccola azienda a conduzione familiare. Mi accolgono Sauro e Romina, a cui si aggiungono Giulia, la figlia, e Sabatino, padre di Romina. Mi raccontano l’azienda, una preziosa eredità dei nonni di Sauro, che prima di lui se ne prendevano cura. L’idea di base è sempre stata quella di un'agricoltura etica, come verrebbe definita oggi: negli anni ‘80 ci fu un vero boom di uso dei pesticidi-erbicidi, ma questa famiglia si è opposta, portando avanti la sua proposta di una viticoltura completamente naturale, dettata solo dall’impegno e la dedizione nella cura del suo piccolo ecosistema. 
Podere Luisa nasce vendendo vino sfuso, per poi allargarsi sempre di più, fino a diventare un piccolo agriturismo con camere. Dopo qualche anno cresce la voglia di provare a imbottigliare la prima linea di vini naturali: principalmente rossi, ma anche un bianco, un rosato e un macerato. Vini di grande passione, senza troppi fronzoli. Gran parte della produzione va all'estero, Australia, Canada, Giappone, il resto in Italia, tant’è che anche noi abbiamo qualcuno dei loro vini in carta: il mio preferito è il Castelpetroso, un Sangiovese in purezza, dal vigneto Castelverde, che presenta un bellissimo microclima. È uno di quei rossi strutturati ma per niente difficili da bere. 

La mia esperienza al Podere Luisa è stata una specie di gita domenicale a casa della nonna: da subito accolto in famiglia, camino acceso per la brace (Sauro è un ex macellaio quindi giocava facile), pranzo a base di carne, salumi e tante chiacchiere. 


 

A pancia piena mi sposto sulle colline lucchesi, per la mia seconda visita: Fabbrica di San Martino.


Una piccolissima cantina, inserita in un palazzo storico che conserva al suo interno gli arredi originali e che è diventata anche questa un agriturismo con camere. Attorno all'azienda ci sono i 20 ettari di terreno che danno vita ai buonissimi vini di Beppe, che mi accoglie, e Giovanna, che insieme a lui porta avanti la produzione. Poiché, come dice Beppe “un vino buono si vede dai sorrisi al tavolo di degustazione” abbiamo cominciato così il nostro incontro! Vini fatti con una tecnica estrema, tenendo conto dei ritmi dei cicli astrali e della loro influenza sulle piante: il risultato è una grande eleganza e complessità ostativa che rende i tannini molto più educati e amalgamati.
Alla fine ci ha raggiunti un ragazzo che mi ha portato a vedere la sua linea di liquori e di bitter, anche questi, prodotti che noi usiamo per i nostri cocktail. Ci siamo salutati con uno scambio di aperitivi: lui mi ha fatto provare un amaro con tonica, molto estivo, che fa con delle erbe che raccoglie nella zona del mare e io gli ho preparato un Reverse Manhattan e un Negroni. E giù a bere!


Ultima tappa del mio tour toscano: Macea, di Cipriano Bersanti, che è lo stesso proprietario della Fattoria di Camigliano.


Parliamo sempre di colline lucchesi, ma più precisamente mi trovo nella valle del Serchio, un territorio incantevole, racchiuso tra le Alpi Apuane e l'Appennino Tosco-Emiliano e solcato dal fiume Serchio. Il microclima unico, con forti escursioni termiche e grandissima piovosità, risulta consono alla produzione di Pinot nero. Cipriano ha una formazione tecnica universitaria da enologo, e dopo aver lavorato per aziende un po’ più grandi, ha costruito la sua: una piccola azienda di circa 5000 bottiglie all'anno, di cui una parte di Pinot nero, una parte di Sauvignon Blanc e una parte di Pinot grigio, basata anche questa sull’approccio biodinamico. Sono vini di una freschezza assoluta, dati dall’esclusività della vinificazione totale della massa, quindi raspo compreso, da verace agricoltore, e dall’assenza di additivi o tecnologia di alcun genere. 
Finisce anche questa giornata con un pranzo dalla nonna: una pimpante signora di 88 anni, che ci ha intrattenuto con i racconti della sua gioventù in Scozia. 

Ogni produttore mi ha trasmesso tutto l’amore che ha per il territorio e per il proprio lavoro, che porta avanti con fierezza e dedizione. Torno a casa con una carta dei vini più ricca, ma soprattutto con l’animo pieno di gratitudine e il ricordo intenso di espressioni genuine.

Mi sa che ripartirò presto alla volta di altre storie da raccontarvi! 
Marco

10 mesi fa
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